domenica 26 Gennaio 2025
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Violento attacco omofobo a Roma: siamo al Capodanno con le botte, ditelo a Meloni (magari fa qualcosa)

Camminavano mano nella mano tornando a casa dopo il capodanno, quando sono stati aggrediti con insulti omofobi, per il solo motivo di essere una coppia omosessuale. E’ la solita storia: trauma cranico, naso rotto, volto tumefatto e 25 giorni di prognosi, qualcuno dica a Meloni che si chiama omofobia e che lei, che è la presidente del Consiglio di tutti, o almeno dovrebbe esserlo, potrebbe fare qualcosa sempre che abbia voglia e tempo per farlo. Cominciando, ad esempio, dall’evitare di stare zitta.

Ma cosa volete che importi? Di queste faccenduole da farci un pianticino se ne possono sempre occupare le organizzazioni ghèi, come Gaynet, che ha supportato i due ragazzi nel processo di denuncia dopo che intorno all’una di notte il solito branco al solito impunito, al grido del solito insulto che tanto piace (sempre il solito, perché stare a ripeterlo?) intorno all’una di notte prendono di mira i due ragazzi per il semplice fatto che si tengono per mano, sono in dieci i vigliacchetti che scendono dal primo piano di un palazzo e si accaniscono a calci e pugni contro Sthepano, che è originario del Perù e risiede a Roma, Picchiano anche il suo fidanzato Matteo.

Non ci sono ambulanze disponibili

Passano 15 minuti di botte e minacce, ma non è finita perché non ci sono ambulanze disponibili e i due giovani devono camminare fino al pronto soccorso con Stephano sanguinante. Il referto medico (in basso) è molto preciso e parla di trauma cranico, naso rotto, volto tumefatto e 25 giorni di prognosi, di rabbia e paura nemmeno ne parliamo. Dei dieci vigliacchetti nulla si sa. Devono essere ritornati nel pozzo nero (nel senso di oscuro) dal quale sono usciti.


Ho saputo difendermi in qualche modo, ma erano in dieci

“Io ho saputo difendermi in qualche modo” ha racconta Stephano, “ma mi hanno aggredito in 10 in modo tale che altri ragazzi non sarebbero sopravvissuti. Abbiamo denunciato e vogliamo che la nostra storia sia da esempio. Vogliamo che tutto questo finisca, tenersi per mano o scambiarsi uno sguardo romantico deve essere un gesto normale per tutti. Vogliamo reagire alla paura, perché con la paura di essere se stessi non si vive”.

L’episodio segue di pochi giorno quanto avvenuto a Milano, con una dinamica simile, che parte dal tenersi per mano della coppia, a conferma del “dato europeo della FRA, secondo il quale il 53% delle persone LGBTQIA+ evita ancora oggi di tenersi per mano in pubblico”. Le istituzioni locali, informa Gaynet, si sono subito attivate una volta informate dei fatti, mentre le realtà LGBTQIA+ si stanno coordinando con le associazioni del territorio per organizzare un presidio in zona Malatesta sabato 4 gennaio alle ore 17.00.

Dalla presidenza del Consiglio silenzio di tomba. Fino ad ora. Sarà la solita influenza.

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da TODAY.IT

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