venerdì 6 Dicembre 2024
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HomeAttualitàGino Cecchettin: "Vogliamo portare l'educazione affettiva nelle scuole"

Gino Cecchettin: “Vogliamo portare l’educazione affettiva nelle scuole”

Il padre di Giulia ha parlato della fondazione intitolata alla ragazza uccisa nell'intervista rilasciata a Fabio Fazio durante la trasmissione "Che tempo che fa"

“Potevamo vederla da tanti punti di vista, la nostra vicenda, ma io ho cercato di portare il bello di Giulia”. Sono le parole di Gino, il padre di Giulia Cecchettin, intervistato da Fabio Fazio durante la trasmissione “Che tempo che fa”. Il padre della ragazza, a un anno esatto dalla morte della figlia per mano dell’ex fidanzato, Filippo Turetta, ha parlato della “Fondazione Giulia Cecchettin”, che insieme ad altri ha messo in piedi.

Gino Cecchettin: “Un’ora di educazione all’affettività nelle scuole”

“Una delle missioni che ha la Fondazione – ha spiegato – è di portare avanti il nome di Giulia e il suo modo di vedere la vita. Lei era una ragazza che amava vivere, era buona ed era altruista. E su questa linea vorremmo continuare. Abbiamo individuato quello che è il primo progetto, il progetto più importante che abbiamo anche inserito nello statuto, ed è quello di fare formazione. Vorremmo insegnare alla bellezza dell’amore, questo è in sintesi, che tradotto significa ‘amare è molto meglio che odiare’. Significa fare dei piani didattici che i nostri membri del comitato tecnico, che sono tutti professori universitari, psicologi, pedagogisti, elaborano, stanno elaborando. Questa è la proposta che porteremo nelle scuole e vorremmo fare un un percorso che ha la velleità di portare alla decisione di avere un’ora di educazione all’effettività nelle scuole”. Una proposta che arriverà anche alla Camera dei Deputati il prossimo 18 novembre, ha poi annunciato (di seguito trovate il video).

“La fondazione ha bisogno di contributi economici, ma non solo”

“La Fondazione – ha continuato Gino Cecchettin – ha bisogno sia del contributo economico, ma ha bisogno anche della disponibilità a collaborare di professionisti, psicologi, psicoterapeuti perché vorremmo avere dei presidi su ogni regione in modo tale che il nostro comitato tecnico possa diffondere i nostri valori e noi pensiamo di lavorare su concetti condivisibili, vogliamo condividere quella che è la bellezza di un approccio sicuramente buono, non sicuramente un approccio di scontro, puntiamo all’incontro tra le persone e al dialogo”.

Il ruolo delle famiglie

Il padre di Giulia Cecchettin ha poi parlato degli errori delle famiglie e di come provare ad evitarli: “La vita – ha detto – è fatta di ostacoli che dobbiamo superare e probabilmente noi genitori cerchiamo di togliere più ostacoli possibili. Molto spesso però non facciamo il bene dei ragazzi, anzi un po’ di turbolenza è necessaria perché ti fortifica. Il che non vuol dire essere un genitore troppo autorevole o poco autorevole ma usare la giusta autorevolezza per far gestire un po’ di problematiche ai ragazzi, questo consente loro di sviluppare delle attitudini che in alcuni casi non avrebbero modo di sviluppare e anche di fargli capire qual è lo sforzo che serve per ottenere dei risultati. E poi quando arriva la sconfitta non solo accettarla, ma farne virtù. Perché da una sconfitta si può imparare quello che è andato storto e farne tesoro per la prossima avventura”.

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da TODAY.IT

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