E ora lasciate in pace Patrick Zaki

La liberazione dell'attivista e le immancabili polemiche politiche, tra voli di stato rifiutati e grotteschi paralleli con Regeni

patrick zaki
Patrick Zaki e la sua famiglia (foto da Facebook)

La liberazione di Patrick Zaki e la mania delle destre per i voli di stato. E un ego ipertrofico. Sono incazzerecci sulle cose serie. Tipo quelle che recitano: “io ti offro il volo di stato e tu accetti e niente discussioni”.

Perché è il dialogo costruttivo che forma l’uomo e la Uoma, diretta involuzione della famosa costola. Se Loro ti offrono il volo di stato e tu, nel pieno delle tue facoltà e delle tue libertà personali, dici no grazie il volo me lo pago da me, si offendono. Due le ragioni principali. Tu osi rifiutare la generosissima e per niente opportunistica offerta. E sei un ingrato, perché metti i quotidiani della pregiata famiglia nella scomoda situazione di non poterti attaccare e insultare tra sei o sette mesi, o quando gli verrà comodo, per avere usato un volo di Stato.

Zaki versus Regeni

Così, per mettere tutti d’accordo, ti attaccano da subito. Mettiamo da parte il fatto che ignorino di che paese stiamo parlando, di che realtà sociali stiamo delirando, di quali orribili regimi stiamo strafalcionando, e di quali orribili torture vengano praticate da quelle parti e ci limitiamo a notare con gioia che, a suon di social, ci si comincia ad aggiungere alla lunga lista di quelli che puntano il dito.

Il parallelo è irrispettoso, Zaki versus Regeni, e non si può commentare. Il modo in cui scrivono è egualmente irrispettoso, non soltanto perché la lingua italiana andrebbe scritta e non perpetrata, ma per il fatto che si millanti di appartenere a una razza umana evoluta capace di opinare, nonostante la razza umana.

Fortuna le vacanze

E nemmeno questo si può commentare.  Al di là dell’idea politica risulta evidente che ci sono risposte a certi attacchi strumentali che non ti aspetti e alle quali devi inchinarti. Anche se non fino a quel punto. Per ora due cose sono certe. Patrick Zaki sta già sui cogli*ni a tutti: particolarmente (e niente affatto inspiegabilmente) a quelli che erano tra i più incazzati e che non lesinavano le proprie corde vocali a gridare “Libertà per Zaki”.

Ora aspettiamo il suo ritorno in Italia affinché tutto il livore che è montato in questi ultimi giorni dalla notizia della grazia in poi – tirando ignobilmente in mezzo il povero Regeni quasi fosse stato ucciso da Zaki – esploda in tutto il suo italico splendore. Poi ci sono le ferie, ricomincia il campionato di calcio (io seguo solo quello femminile, e lo consiglio) e si ritorna alle rotture di palle di tutti i giorni. Cordialità.